A raccontarlo è il padre di uno studente di prima media, dopo una prima segnalazione di qualche giorno fa!!

L’AQUILA – “Siamo in attesa che i nostri figli siano sottoposti ai tamponi per poter tornare in classe o che almeno si parta con la didattica a distanza, ma dopo una settimana di isolamento, né siamo stati contattati per i test, né la preside ci ha fatto sapere qualcosa al riguardo. I ragazzi stanno perdendo un sacco di tempo e nessuno sa darci indicazioni su cosa fare o come comportarci. Ecco perché abbiamo deciso di occuparci personalmente della questione, contattando chi di competenza per velocizzare le pratiche e permettere il prima possibile la ripresa delle lezioni”.

Stanno ancora aspettando delucidazioni da parte della scuola o della Asl le quattro classi dell’istituto comprensivo “Mazzini” dell’Aquila, a casa dopo le positività al Covid di cinque compagni e un docente registrate tra i banchi.

“È evidente – dice – che i servizi sanitari siano al collasso e che, a scuola, qualcosa non abbia funzionato in termini di programmazione, perché se i protocolli prevedono che, laddove un alunno risulti positivo scatti la quarantena per tutti i compagni, è logico che si debba predisporre fin da subito l’attivazione della dad. Altrimenti si rischia, come tra l’altro sta accadendo, che gli alunni rimangano a casa per giorni senza poter studiare, mentre quelli che hanno la possibilità di frequentare le lezioni si ritrovino di colpo senza professori”.

Oltre ai ragazzi, un’ottantina circa, per il momento sono infatti in quarantena anche una quindicina di insegnanti che, essendo stati obbligati dalle circostanze a interrompere la propria attività lavorativa nelle aule in cui prestano servizio, hanno dovuto lasciare “scoperte” diverse sezioni.

“Siamo consapevoli del fatto che per il momento il tampone non arriverà – dice ancora il padre dello studente della “Mazzini” – ed ecco perché abbiamo fatto in modo di procurarci l’elenco dei bambini in isolamento e adesso faremo in modo che arrivi alla Als. Riteniamo che di certe cose dovrebbe occuparsene la preside, ma dopo averci comunicato di rimanere a casa fino a quando non verremo contattati dai servizi sanitari, è scomparsa e questa, quindi, ci sembra quindi l’unica soluzione per avere indicazioni concrete sul da farsi”.