L’AQUILA – Nei giorni scorsi ho provveduto a presentare una mozione consiliare che mira a tutelare i bambini e le donne in stato di gravidanza dai gravi rischi del fumo passivo.

Come il fumo attivo, anche quello passivo è stato classificato nel 2004 dallo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, come sostanza cancerogena per l’uomo. Dal punto di vista fisico-chimico, infatti, come riporta uno studio della GARD ITALIA ripreso dal Ministero della Salute, non ci sono particolari differenze tra fumo attivo e passivo: si tratta sempre del prodotto di combustione del tabacco. Le uniche differenze sono la temperatura di combustione e la percentuale di ossigeno disponibile (maggiori per il fumo attivo).

Sono noti gli effetti deleteri che il fumo passivo ha sulla salute umana che, su donne e bambini, possono essere devastanti: asma, infezioni polmonari ed in generale malattie delle vie respiratorie, otiti e rallentamenti nello sviluppo dei bambini e ancora, riduzioni della crescita fetale, nascite pretermine, rischio aumentato di sindrome della morte improvvisa del neonato (SIDS). Dalla citata relazione della GARD ITALIA si evince come anche in luoghi semi-aperti o in aree all’aperto è possibile essere esposti a livelli di fumo passivo, in alcuni casi sovrapponibili a quelli rilevati nei luoghi chiusi in cui è permesso fumare.

Nel documento che ho presentato viene richiesto all’amministrazione comunale di promuovere un’idonea campagna di sensibilizzazione al riguardo, rivolta principalmente agli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado. La stessa amministrazione, inoltre, viene impegnata a verificare se vi è la possibilità, nel nostro territorio comunale, di regolare ulteriormente il consumo di prodotti a base di tabacco, nelle pertinenze esterne dei locali pubblici posti nel territorio comunale, in presenza di donne in stato di gravidanza e minori di 12 anni.

Sono, a mio avviso, misure di buon senso, oltre che di decoro, di cui si avverte la necessità.