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L’AQUILA – Lo scorso 31 marzo la Corte di Cassazione a sezioni unite ha rigettato il ricorso proposto dall’architetto Eliseo Iannini confermando la sentenza emessa dalla Corte di Appello dell’Aquila che lo aveva condannato alla pena di 3 anni di reclusione, peraltro interamente indultati, in relazione al fallimento della società L’Aquila Calcio del 2004. “Pur nel rispetto dell’operato della magistratura, Iannini si accinge a depositare un ricorso straordinario per l’annullamento della sentenza, stante la necessità di correggere l’errore di fatto commesso in sede motivazionale dal redattore, errore che ha costituito il presupposto della conferma della sentenza”. Lo annuncia l’avvocato Massimo Manieri, difensore di Iannini, in relazione alla sentenza. Iannini esprime il proprio rammarico “per un epilogo doloroso come, d’altronde, dolorosa è stata tutta l’intera questione. Sin dall’inizio, dopo essere stato tirato dentro, gioco forza, in una situazione già fallimentare con tutte le implicazioni del caso e con il presunto sostegno della politica locale del tempo – ricorda Iannini – che poi si è dileguata nel giro di un mese, la vicenda è apparsa subito catastrofica”. “Nonostante un ingente quantitativo di denaro immesso nelle casse societarie – prosegue – purtroppo ho pagato e continuo a pagare in prima persona, anche e soprattutto in questo momento in cui mi accingo, con la mia famiglia, a sostenere nuovamente i colori della nostra città”.