L’AQUILA – Una super zona rossa, con restrizioni addirittura superiori a quelle previste dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri dello scorso 3 novembre. L’Abruzzo torna in lockdown con un provvedimento simile a quello adottato dall’Alto Adige: chiusura totale, comprese le scuole di ogni ordine grado.

La decisione, che va ancora ratificata, è stata assunta al termine della riunione del Comitato tecnico scientifico regionale preceduto da Alberto Albani che ha valutato l’andamento epidemiologico e ha trasmesso al governatore Marco Marsilio le valutazioni e richieste. Che sono, giocoforza, pesantissime. Il presidente ha poi informato della situazione assessori e capigruppo in Regione. Oggi le consultazioni proseguiranno con sindaci, amministratori, categorie. Si lavora sulla base di un provvedimento che potrebbe essere firmato nella giornata di domani e scattare già da martedì, qualora si riescano a chiudere le procedure tecniche e burocratiche, fino al 3 dicembre.

Resta da capire quale sarà la posizione del governo. Secondo indiscrezioni, Marsilio avrebbe già ottenuto il placet verbale, soprattutto su un tema che centrale: quello dei ristori. È chiaro, infatti, che non è la Regione a poter stabilire in autonomia a quale fascia di restrizioni appartenere. Dunque il governatore abruzzese firmerà un’ordinanza che poi dovrà essere recepita, o quantomeno non impugnata, dal governo. Con il preciso impegno a garantire risarcimenti per le attività che saranno costrette a interrompere le attività.

L’idea del governo regionale è chiara: anticipare quelle che potrebbero essere le decisioni nazionali di alcuni giorni, in modo da non perdere tempo, agevolare il calo della curva epidemiologica e, soprattutto, mettere già nel mirino la riapertura per il periodo natalizio, quello che è più produttivo sotto il profilo economico finanziario. Resta il nodo delle scuole: l’attuale fascia rossa non prevede la chiusura per tutti gli ordini e gradi, la Regione vorrebbe, però, andare in questa direzione, ma non c’è ancora accordo.

Chiusi quindi i negozi e le scuole di ogni ordine e grado. Ancora in corso di discussione i dettagli. Domani l’incontro con le parti sociali, i sindacati, le categorie produttive e l’Anci per illustrare la situazione. Il Cts, si apprende, ha chiesto all’unanimità le nuove misure restrittive. Solo sul tema della scuola non c’è stata convergenza totale.

La Giunta regionale è ora al lavoro per studiare la nuova “superzona rossa”. Secondo quanto appreso, il presidente Marsilio, insieme agli assessori regionali, sarebbe in contatto con i sindaci abruzzesi per chiarire e concertare le misure e, soprattutto, per valutare il percorso, anche a livello costituzionale, da intraprendere per “aggirare”, o meglio superare, il Dpcm.

Un passo anticipato ieri nel corso dell’Unità di crisi presieduta dal governatore Marsilio alla quale hanno partecipato anche lo stesso capo della task force sanitaria Albani, l’assessore alla Salute, la leghista Nicoletta Verì, il capo del Dipartimento Claudio D’Amario e il commissario dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza.

Una riunione fiume, che si è tenuta in videoconferenza, che ha preso in esame i dati pesantissimi della contagio del bollettino di ieri: 939 casi, record assoluto dall’inizio della pandemia, dall’esame di 5.173 tamponi, con una percentuale di positività superiore al 18 per cento. Numeri che vanno di pari passo con una situazione critica negli ospedali.