C’è anche un’intelligenza aquilana nel progetto di ventilatori a servizio delle strutture sanitarie per l’emergenza Covid-19. Si tratta di Luca Capaldi, nipote di Dante Capaldi, stimato maestro del giornalismo aquilano . La sua azienda Saturn Magnetic, con sede a Calò, infatti è pienamente coinvolta nella realizzazione di innovativi ventilatori sanitari meccanici da utilizzare nelle strutture ospedaliere, per fra fronte alle drammatiche esigenze di cura di pazienti affetti dal virus COVID-19.

Le specificità di queste apparecchiature sono: massima efficienza e versatilità, un limitato ingombro di spazio (si pensi a una valigetta 24 ore) e cosa non certo secondaria un costo contenuto. L’azienda Saturn Magnetic di Luca Capaldi, è coinvolta nel progetto per la produzione di valvole in acciaio inossidabile, componenti indispensabili per costruire i ventilatori meccanici. Si tratta di un prodotto innovativo sul quale sta lavorando un network di ricercatori scientifici, sia fisici che anestesisti, dell’università Bicocca di Milano in partnership con colleghi Canadesi e Americani. Luca Capaldi, con la pragmaticità e la tenacia che contraddistingue gli abruzzesi e gli aquilani in particolare, si è gettato subito a capofitto e con entusiasmo nell’avventura certo di poter contribuire con il suo lavoro a far​fronte all’emergenza creata dal coronavirus proprio nel reperimento dei ventilatori. La forza del progetto ha due facce, la prima composta da una serie di componenti facilmente reperibili sul mercato e a basso costo, l’altra è la centralina elettronica con un software dedicato molto sofisticato. Proprio la centralina si può definire l’anima di queste innovative apparecchiature. Dati i tempi stretti imposti dall’emergenza coronavirus, si sta già lavorando a definire gli iter autorizzativi con gli organi competenti. Cosa altrettanto importante è la collaborazione istituita con l’ospedale San Gerardo per organizzare e effettuare i necessari test. Un elemento che fa onore al progetto e lo rende ancor più eticamente valido sta nel fatto che i promotori hanno scelto che il progetto fosse “open source” ovvero una piattaforma aperta e disponibile a tutti, in modo da poter essere realizzato, sviluppato e implementato in qualsiasi parte del mondo.